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Cosa ci comunica la Musica

16 Novembre 2020 | Claudio Rossi

Cosa ci comunica la Musica

 (video correlato su Youtube: https://youtu.be/NF3lnAe3VHA)

Ed eccoci qua, ancora una volta, a vivere un periodo che io preferisco definire di riflessione, facendo tesoro del famoso detto anglosassone: “se la vita ti offre dei limoni, tu fanne una limonata”… o qualcosa di simile.

 Essendo io un insegnante di ballo country quello che noto girando sui vari social sono i numerosi tutorial e workshop di nuove coreografie, belle o meno, questo giudicatelo voi, ma non riesco a trovare nulla che permetta di comprendere, di far comprendere, quanto sia essenziale ciò che sta oltre il ciò che vedo, e cioè quello che sento, la musica, ma attenzione, qualcosa che non si limiti al solo sentire il brano musicale, ma a permettere di capire il brano su cui la o il coreografo si muove. Si perché lo stesso coreografo, in quanto tale, ha dovuto prima interpretare la canzone, sviscerare la metrica musicale, farsi guidare dal tempo musicale, prima di costruirci sopra dei movimenti, dei passi. Ovviamente c’è anche chi ha un senso innato e si fa portare dalla musica come in un ballo di coppia, ma poi, comunque, si trova sempre a dover aggiustare qualcosa perché sente, percepisce, capisce, che in alcuni passaggi ha commesso qualche errore, ha pestato il piede a chi la o lo guidava.

Quello che vorrei fare è quindi cercare di dare qualche indicazione a chi balla, in questo caso balli country, essendo il mio campo, sul come capire e farsi guidare dalla musica, ma attenzione, senza usare termini troppo tecnici e senza andare troppo nello specifico di alcuni argomenti, vi dirò in modo, spero, semplice solo quel che per me necessario, quindi dovete semplicemente stare seduti a leggere e/o ad ascoltare (se state guardando il video correlato a questo articolo), ecco… ascoltare, non “sentire”; senza farlo apposta vi ho già dato il primo punto, il punto essenziale, ASCOLTARE. Si perché il sentire, come mi piace dire, fa arrivare alle orecchie, l’ascoltare fa arrivare le informazioni ai neuroni. Questa operazione, l’ascolto, la posso fare prima o dopo aver imparato una coreografia, questo a seconda se so già quale ballo sarà insegnato o meno.

 Sottolineo che non starò a discutere della bellezza o meno del brano musicale, in quanto si sa che il gusto è soggettivo, ma parlerò e scriverò del brano da un punto di vita oggettivo. Ebbene, la domanda che mi devo porre è: quello che sto ascoltando, cosa mi sta dicendo dal punto di vista musicale? Mi sta comunicando il tempo, i famosi BPM, i battiti per minuto, e la sua struttura (strofa, ritornello, pause, assoli, ecc.) ed eccoci arrivati agli altri punti da capire.

Il tempo, il BPM, è una brutta bestia. Molti hanno un senso innato del ritmo, del tempo, altri devono invece imparare a seguirlo e questo lo possono fare solo se, in primis, ascoltano, ecco che si ripete la parola ascoltare, i consigli di chi li guida, di chi li informa di questo problema, e se si “allenano”. Nella mia esperienza ho notato che chi ha questa problematica non ne è a conoscenza, non ne ha consapevolezza, per lui o lei è sempre andata bene così, quindi già il fatto di accettare di non essere in grado di seguire adeguatamente il tempo musicale è un grande passo, perché chi lavora con voi e su di voi ha un compito più agevole, non solo, la vostra consapevolezza vi aiuterà a migliorare anche da soli, lavorando meglio con voi stessi.

Per imparare a seguire il tempo la cosa migliore è farsi aiutare da qualcuno che ha un buon senso del ritmo, esistono comunque semplici esercizi per operare anche da soli a casa. Ve ne cito un paio.

Innanzitutto acquistate o scaricate gratuitamente sul vostro cellulare un METRONOMO (strumento di scansione/misura del tempo dei Battiti Per Minuto, usato soprattutto da musicisti). Esistono varie APP ma quella che vi consiglio, ed è gratuita, è SOUNDBRENNER, molto precisa. Una volta aperta selezionate, agendo in senso orario o antiorario sulla rotellina presente sul display, un tempo, un BPM, di 50. Fate partire premendo play, freccetta sulla sinistra. Ascoltate e visualizzate (grazie a segnali luminosi sul display) i battiti per qualche secondo, prendetevela comoda, e quando ritenete di aver compreso la frequenza cercate di battere le mani all’unisono con luce e/o suono (non prima e non dopo, esattamente sul suono, sul beat), se vi sembra troppo lento portate i BPM del metronomo a 60, ma vi consiglio di non andare oltre, almeno per i primi esercizi.

Step successivo, per i ballerini.                                                                                                                                                        

Alzatevi in piedi e prendete in mano il cellulare. Lasciate sempre i bpm a 50 o 60, fate partire il metronomo, osservate ed ascoltate per alcuni secondi, e questa volta, quando vi sentite pronti, seguite le scansioni con i passi. Ad ogni battito del metronomo deve corrispondere un vostro passo, come era per il battito delle mani.

Quando avete ripetuto per alcuni minuti l’esercizio e vi sentite sicuri, aumentate di volta in volta i BPM di 10 unità, per esempio: sono partito da 50 ed è andata bene, allora vado a 60 BPM, se va bene anche così, passo a 70, poi a 80, ecc. Fino ad arrivare a ritmi sostenuti, ma il processo, il percorso, deve essere GRADUALE.

Come faccio a sapere se gli esercizi mi hanno giovato?

Prendo una coreo di livello base (vi posso consigliare “Dance Again” di Castagnoli, in quanto molto conosciuta, musica ben scandita, e passi cadenzati sui bpm), la carico su Virtual Dj ed il programma mi fornisce già il numero dei BPM, ma se non avete questo programma potete utilizzare delle APP per calcolare i BPM di un brano attraverso l’ascolto dal microfono del vostro cellulare. Quelle che vi consiglio sono: Simple BPM Detector (gratuita), Live BPM (più precisa ma a pagamento 3/4 euro). Una volta stabiliti i BPM (144 per Dance Again) imposto il metronomo e faccio l’esercizio del clap (vedi sopra). Sempre sull’App Soundbrenner, in basso a destra, trovate il tasto “Tocca”, picchiettate l’indice li sopra (il famoso TAP per chi mastica un po’ di musica) come a ripetere voi stessi i battiti, i beat, che avete ascoltato prima, se il display segnalerà un valore uguale o molto vicino ai BPM della canzone scelta, allora state facendo un buon lavoro su voi stessi.

Ora la prova sulla musica. Caricate i BPM del brano sul metronomo, fate partire e seguite i battiti con i passi (passeggiata), fatelo per qualche minuto, dopodiché fermatevi per alcuni secondi, ma senza distrarvi dal tempo scandito dal metronomo, e ripartite sostituendo alla passeggiata gli step della coreografia.

E’ ora arrivato il momento di ballare A TEMPO sul brano Standin’ Still su cui è stata realizzata la coreo Dance Again (per lo start mi baso sulla voce del cantante, cioè parto quando comincia a cantare, oppure mi faccio aiutare da qualcuno con un buon senso del ritmo solo per l’attacco del brano, il famoso 5,6,7,8, oppure se già vi sentite sicuri partite subito dopo il 32° count, 32° battito).

Tutto questo è solo un primo step per imparare, per migliorarsi, per “sincronizzarsi”, su una coreografia i cui passi scandiscono perfettamente i BPM, già perché ci sono anche coreo con passi che sfruttano gli “intervalli” fra un battito e l’altro del metronomo, e altre con passi che “rubano del tempo” dal passo precedente, o tutte e due le cose insieme, o tutte e tre le cose insieme, ecc… ma questo lo vedremo in seguito… facciamo un passo alla volta!

Chi conosce Dance Again sicuramente avrà pensato, o detto ad alta voce, ma il Restart? E qui andiamo a trattare il secondo argomento, la “struttura” di un brano, di una canzone.

Le parti sostanziali che compongono un brano musicale sono le seguenti:

– Introduzione (Intro)

– Strofa (Verse)

– Ritornello (Parte orecchiabile, quella che solitamente rimane in testa e si canticchia

– Chorus oppure Refrain)

– Variazione (Middle Eight Special)

– Ponte Musicale (Bridge)

– Assolo Musicale (Instrumental Solo)

– Finale (Final, Outro, Coda)

– Gancio (Hook)

In un brano possono esserci tutti questi elementi (tipico nel Rock Progressive) oppure solo alcune delle parti citate, per esempio:

– Intro

– Strofa

– Ritornello (strofa e ritornello solitamente si alternano e si ripetono nel brano)

– Finale

Il coreografo ha la possibilità di considerare tutte le parti nello stesso modo (qualora la ritmica, le battute, e la misura del tempo rimanga costante per tutto il brano) e creare quindi una coreo senza “suddivisioni”, una coreo lineare, pulita (per esempio 32 tempi su 1,2, o 4 muri), oppure assegnare ad ogni parte una “coreografia” a sè: l’Introduzione avrà i suoi passi, la parte della Strofa i suoi, il Ritornello altri passi, ed il Finale altri ancora. Ha così creato una coreo cosiddetta FRASEGGIATA (Phrased), dove ad ogni parte viene assegnata una lettera, per esempio: alla Strofa viene assegnata la lettera A, al ritornello la B, l’intro viene nominata proprio così (Intro), e lo stesso per il Finale (Final). L’estro del coreografo può combinare o escludere delle parti nella sua coreografia (per esempio può ritenere inutile creare un’intro, oppure evitare di generare un finale diverso dai passi già presenti nella coreo, o considerare strofa e ritornello all’unisono dove i passi per l’una vanno bene anche per l’altro) ma dovrà sempre fare i conti con il tempo, i bpm, e la “matematica musicale” (argomento troppo ampio per essere trattato in questa sede, ricordate semplicemente le lezioni di flauto/solfeggio a scuola). E per quanto riguarda Dance Again, che succede? Può accadere, per farla semplice, che una parte del brano musicale ad un certo punto si interrompe e riprende da capo, oppure si interrompe e “salta” alla parte successiva, il musicista, ad esempio, ad un certo punto della canzone ha voluto interrompere il ritornello sul sedicesimo, o sul ventiquattresimo, count, piuttosto che portarlo ai normali 32, per poi partire con la strofa. Il coreografo cerca quindi di seguire quanto voluto dal musicista interrompendo la coreo nello stesso punto e ripartendo da capo, e questo è il Restart, che si trova, fra le altre, anche in Dance Again. Altro esempio comune è il Tag o il Bridge (termini in uso nelle coreografie) che si associano alle parti del brano: Assolo Musicale, Ponte Musicale, Variazione. Sono cioè delle parti che il coreografo AGGIUNGE alla normale coreografia, sempre per seguire lo spartito, le componenti della canzone, del brano. Per esempio nella coreo MAYBE di Roberto Bresciani è presente un Bridge (percepibile molto bene anche a livello musicale in quanto nella canzone entra ad un certo punto una sezione musicale che non sembra quasi appartenere, per melodia e ritmica, al brano stesso). Il coreografo ha quindi individuato il momento in cui si verifica questo cambiamento (al termine del 9° muro) ed ha aggiunto nuovi passi per la durata del Ponte Musicale (24 count), dopodiché tutto riprende regolarmente.

Tutto questo per farvi capire quanto è importante l’ASCOLTO del brano musicale, perché può dare al ballerino le stesse indicazioni che ha dato al coreografo, può aiutarlo, accompagnarlo, nella sua esecuzione, senza che il country dancer debba ricordare quando e dove avverrà la variazione, sarà la musica stessa a suggerirlo. Un esercizio che vi consiglio di fare, una volta imparata una coreo, è di sedervi, chiudere gli occhi, e ballarla con la mente ASCOLTANDO la musica, scoprendo i segnali, i suggerimenti, che la musica stessa ci fornisce. Spero di essere stato in qualche modo utile e soprattutto semplice e chiaro nelle spiegazioni.

Un ringraziamento ai lettori di questo testo e agli spettatori del video.

(Roberto Bresciani)

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